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DEPRESSIONE in infanzia e adolescenza - Nessuno è perfetto:Malattie e Disturbi Mentali

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DEPRESSIONE in infanzia e adolescenza

PSICHIATRIA INFANTILE > DISTURBI DELL'UMORE



DEPRESSIONE INFANTILE





Il modello psicodinamico e relazionale, indaga l’eziologia del disturbo nella dinamica delle pulsioni e nella costruzione del Sé, in relazione all’ambiente sociale e familiare. Studi sull’epidemiologia e osservazioni longitudinali della depressione, hanno prodotto elementi a sostegno della tesi che questa può apparire precocemente, e che spesso può evolvere in un disturbo cronico, contrastando il luogo comune che vede l’infanzia e l’adolescenza come periodi di spensieratezza e buonumore (Kovacs e Bech, 1977).

L’infanzia e l’adolescenza sono dunque due momenti evolutivi molto diversi, per questo alla depressione va data una differente considerazione.

Il DSM-IV (1994) e ICD-10 (1992), i manuali di classificazione diagnostica delle malattie mentali, descrivono la depressione nelle sue caratteristiche cliniche, nei comportamenti e nei disturbi associati con il loro decorso. Tali manuali non considerano però il disturbo distinto per l’infanzia, l’adolescenza e per l’età adulta, vengono tutti annoverati in un unico quadro d’insieme, tenendo però presenti solo alcune differenze di origine evolutiva.

Ad esempio potrebbero essere accettate nella diagnosi: l’ansia da separazione, o il calo delle prestazioni scolastiche. Al di là delle definizioni diagnostiche ci sono aspetti della depressione infantile che la rendono devastante se paragonata a quella degli adulti. L’adulto è in grado di riconoscere che la sua situazione non fa parte della “normalità”, il bambino non ha i mezzi per operare delle distinzioni, e può perdersi dentro la propria depressione.

Nel bambino prepubere non potrà realizzarsi la depressione come sindrome, perché in lui manca la possibilità attraverso il linguaggio di auto comprendersi e descriversi come depresso, poiché in lui non è sviluppata la capacità introspettiva e di astrazione del pensiero.

Nel bambino la depressione viene espressa tramite “codici mimico-gestuali-motori e soprattutto con disturbi somatici, o disturbi della sfera scolastica e sociale. È con l’adolescenza che la depressione si delineerà con caratteri analoghi alla depressione dell’adulto mentre, precedentemente a questa fase, assume una sintomatologia varia e perlopiù legata al linguaggio del corpo attraverso disturbi alimentari, sfinterici, psicomotori e del linguaggio, nell’età prescolare, mentre si esprimerà con somatizzazioni nell’età scolare e con i vari sintomi centrati sulla scolarizzazione come la fobia scolare, astenia e l’insuccesso scolastico” (1).

Inoltre va detto, che le persone adulte tentano, tranne nei casi più gravi, di vincere questa malattia, mentre i bambini non hanno le risorse interne ed evolutive per farlo

Lo svantaggio più grande della depressione in giovane età, è che questa opera effetti immediati in aree importanti per il funzionamento della personalità, rendendo quindi lo sviluppo di quest’ultima profondamente alterato. Questi bambini non riescono a divertirsi, non giocano e non creano sani rapporti interpersonali, sono ipercritici e insicuri e non credono alla bontà delle persone. Le prospettive saranno probabilmente di un futuro di infelicità, con sentimenti di autosvalutazione, cinismo e pessimismo (2).

La predisposizione alla depressione infantile è legata comunemente ad una situazione di distacco precoce. Alcuni esempi di distacco possono essere così riassunti: perdita reale di uno o entrambi i genitori; distacco fisico e/o affettivo dai genitori (viaggi, separazioni, malattie, ospedalizzazione del bambino,ecc); mancanza di assistenza dei genitori durante le prime attività del bambino che impara a doversela cavare da solo fin da piccolo, attenzione dei genitori per doveri morali e sociali, con punizioni frequenti se il bambino non si è comportato come richiesto e minimi riconoscimenti quando ha adempiuto perfettamente al suo dovere.

La depressione nei bambiniLa depressione infantile, come quella degli adulti, va al di là del solo sintomo della tristezza, è una sindrome che coinvolge una moltitudine di sintomi concomitanti (Carlson e Cantwell, 1980). Le categorie nelle quali si possono suddividere questi sintomi sono le stesse principali categorie utilizzate per descrivere la depressione negli adulti e sono: emotive, cognitive, motivazionali, fisiche e neurovegetative (Kovacs e Beck,1977).

Per quanto riguarda i sintomi emozionali, quello che maggiormente rappresenta la depressione è l’umore disforico, ovvero la tristezza. Questo può essere riscontrato anche in bambini che hanno un qualsiasi altro disagio psicologico, ma la gravità e la durata permettono di inserirlo nel quadro depressivo. Un diverso sintomo del disturbo dell’umore che può sostituire la tristezza è la rabbia, che molto spesso è presente nei bambini depressi.

Brumback, Dietz-Schmidt e Weinberg (1977) riferirono che l’88% del loro campione di bambini depressi aveva manifestazioni di ira. Oltre ad essere molto presente, la rabbia è un sintomo tra i più resistenti al cambiamento terapeutico (Stark, Kaslow, Reynolds, Kelley, 1990). La gravità di questo sentimento va dalla semplice irritabilità, a un senso di insopportabilità dello stato d’animo di rabbia, fino a giungere a pensieri omicidi.

Fanno parte dei sintomi emozionali anche:

- l’anedonia che è uno dei sintomi diagnostici principali nei disturbi depressivi (Carlson e Cantwell, 1979) e si riferisce alla perdita della risposta di piacere (il bambino appare annoiato, indifferente);

- la tendenza al pianto dove questo non è legato a eventi ambientali;

- la perdita di allegria: il bambino non trova divertenti cose che al contrario fanno ridere la maggior parte dei bambini; il non sentirsi amati, e l’autocommiserazione, (Stark 1995).

L’altro grande gruppo di sintomi presenti nel bambino depresso sono i sintomi cognitivi. Ne sono un esempio le autovalutazioni negative (Kendal, Stark e Adam, 1990). Il bambino depresso tende a valutare negativamente le sue prestazioni e le sue capacità; in questo modo l’autostima si abbassa notevolmente. Gli ambiti autodescrittivi in cui la bassa autostima si fa notare nella maggior parte dei casi sono: l’intelligenza, l’aspetto fisico, la personalità, il profitto scolastico, l’abilità fisica.

Un altro tipico sintomo cognitivo della depressione infantile è il senso di colpa. Il rimorso che il bambino prova viene considerato all’interno dei sintomi cognitivi in quanto legato allo “stile attribuzionale”. Come avviene per l’adulto, il bambino si sente colpevole e non attribuisce mai la ragione dell’insuccesso all’esterno, ritenendosi il principale responsabile del risultato negativo (Winnicott, 1948).

Altri sintomi cognitivi della depressione sono:

- la disperazione, che si esprime con l’incapacità di vedere nel futuro la possibilità di risolvere qualsiasi tipo di problema; essa comporta enormi difficoltà terapeutiche oltre che rischi di suicidio;

- la difficoltà di concentrazione derivante dal fatto che il bambino è troppo preso nei pensieri della sua triste condizione e ciò influisce a tal punto che le prestazioni scolastiche ne risentono;

- l’indecisione, che lo rende molto dipendente dagli adulti;

- l’ideazione morbosa, nella quale il bambino può avere frequenti preoccupazioni per la propria morte o per quella degli altri.

Per quanto riguarda invece i sintomi motivazionali risalta in modo evidente la chiusura sociale. Vi è nel bambino depresso una diminuzione dei contatti sociali rispetto alla situazione precedente. Quindi il coinvolgimento con i familiari, con gli amici e con tutte le altre persone conosciute risulta diminuito. Altri sintomi motivazionali sono: l’ideazione e il comportamento suicidari.

L’ideazione suicidaria
è uno dei maggiori predittori del suicidio vero e proprio e la gravità di questa ideazione viene stimata in base al contenuto dei pensieri: la specificità, l’organizzazione e la presenza di dettagli nel piano indicano una maggiore probabilità che il bambino passi all’azione (Stark, 1995).

La diminuzione del rendimento scolastico viene considerata un sintomo motivazionale della depressione infantile. Alcuni bambini depressi evidenziano infatti un peggioramento delle prestazioni scolastiche (Carlson e Cantwell,1979). Questo è legato al fatto che spesso appaiono demotivati ad apprendere, talora stanchi e apatici, come se non possedessero le energie sufficienti a svolgere le attività scolastiche.

La difficoltà di concentrazione rende difficile l’assimilazione delle spiegazioni dell’insegnante, cosa che provoca difficoltà nello svolgimento dei compiti a casa. La frustrazione che ne deriva provoca l’irritabilità del bambino, tanto da rendere difficile l’aiuto anche da parte degli adulti (Stark, 1995).

Infine, troviamo i sintomi fisici e neurovegetativi.

L’affaticamento è uno dei più tipici e si riferisce alla sensazione di stanchezza che il bambino prova durante la giornata; tale sensazione inizia ad essere significativa se diventa d’intralcio per le attività quotidiane.

Il cambiamento nell’appetito e/o nel peso viene associato all’episodio depressivo (Kashani, Barbero, Bolander, 1981). L’aumento di peso va controllato tenendo presente il normale aumento dovuto alla crescita. E’ comunque più frequente una perdita di peso a causa di una forte mancanza d’appetito nel bambino.

Nel corso della depressione infantile si possono trovare anche dolori e malesseri, che vengono considerati di natura psicosomatica, dal momento in cui non hanno una ragione medica di esistere (3).

Altri sintomi fisici e neurovegetativi sono i disturbi del sonno, quali: insonnia, ipersonnia, inversione circadiana e sonno non ristoratore; il rallentamento psicomotorio, che viene valutato positivamente quando il bambino ha movimenti corporei e linguaggio molto rallentati, quando sono presenti latenze nelle risposte, o se il bambino non ha mai iniziativa nel far procedere una conversazione.

In ultimo troviamo l’agitazione psicomotoria, in cui il bambino appare agitato, incapace di stare seduto, ha un linguaggio estremamente veloce, talvolta è irritabile, arrabbiato, e può diventare aggressivo.

 




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